Newsletter 40/2017 – 4 dicembre, la nostra “sliding door”. Ne parliamo stasera alle 21 a Pisa

Carissime e carissimi,

ricordate “Sliding doors”, il film che uscì nelle sale nel 1998 con protagonista Gwineth Paltrow? Narra la storia di Helen, una giovane donna che, dopo essere stata bruscamente licenziata, si dirige in tutta fretta verso la metropolitana ed arriva proprio nel momento in cui le porte si stanno chiudendo. E da lì il film si sdoppia, narrando in parallelo cosa sarebbe accaduto se ce l’avesse fatta ad entrare e cosa invece se fosse rimasta fuori dalla porta.Ecco, oggi è il 4 dicembre, e la nostra “sliding door” l’abbiamo avuta esattamente un anno fa con il referendum costituzionale.  E allora, come quello che accade nel film, anche a me è venuto naturale provare a immaginare un’ultima volta dove saremmo oggi se un anno fa, anziché vedere la porta che si chiudeva davanti a noi, fossimo riusciti a salire su quel treno.

Ho pensato che saremmo stati alla vigilia di elezioni politiche in cui avremmo eletto soltanto una Camera e che lo avremmo fatto con una legge elettorale (l’Italicum) che dava la certezza del vincitore la sera delle elezioni.

Ho pensato che avremmo potuto avere dal prossimo anno un sistema istituzionale più snello e più efficace, dove non sarebbe più accaduto, come è invece oggi, che ci fossero oltre 60 leggi ferme al Senato (tra queste, tra l’altro, il biotestamento e lo ius soli temperato).

Ho pensato che il cammino delle riforme si sarebbe compiuto fino in fondo e ci avrebbe permesso di essere ancora più forti e ancora più credibili in Europa.

Ho pensato, infine e per certi versi persino più importante, che forse non ci sarebbe stata quella dolorosa scissione che si è consumata alla nostra sinistra e che ha portato proprio ieri alla formazione di un nuovo soggetto (a cui faccio il mio in bocca al lupo) che, mi auguro, condivida per lo meno con noi l’obiettivo di battere le destre e il M5S e non piuttosto di sconfiggere Renzi e il PD lasciando così l’Italia in mano a Di Maio, Berlusconi o Salvini. Perché, ricordiamocelo sempre, l’avversario gioca dall’altra parte e chi ha a cuore il centrosinistra, oggi più di sempre, non può pensare di essere più forte stando divisi. Noi, per parte nostra, non chiuderemo mai le porte a prescindere in nome di un preconcetto o di un nome. Vorremo, davvero, che ci misurassimo sui programmi e sono certo che, scevri da pregiudizi, troveremo molti più punti in comune rispetto a quelli che ci dividono.

Ero, sono e resterò sempre convinto che abbiamo perso una grande occasione e quella battaglia (che non era per Renzi, ma per una Italia migliore) la rifarei da subito, con lo stesso entusiasmo e la stessa energia perché penso, davvero, che non dobbiamo rassegnarci a lasciare sempre tutto com’è. Questo Paese si può e si deve cambiare. Imparando dagli errori, certo, ma senza mai smettere di aver voglia di provarci.

Così, invece, purtroppo non è stato. E al contrario di chi diceva che “per una nuova riforma costituzionale sarebbero bastati sei mesi e un testo di 3 articoli”, ho l’impressione che si sia tornati indietro di oltre 20 anni con Berlusconi di nuovo sulla scena e una legge elettorale che, se non altro, reintroduce i collegi uninominali e i nomi sulla scheda (l’elettore sa per chi vota, non è un dettaglio di poco conto considerando che per tre volte il Porcellum non lo prevedeva) ma che rischia seriamente di proiettare il Paese verso l’ingovernabilità.

Di tutto questo ne parleremo stasera, lunedi 4 dicembre, all’Hotel Duomo di Pisa (via Santa Maria 94, ore 21) insieme al professor Stefano Ceccanti, al segretario cittadino del PD Giovanni Viale e a quello del circolo di Pisanova Mario Iannella. Vi aspetto ma intanto vi invito a vedere QUESTO VIDEO per avere una prima idea di come funzionerà la nuova legge elettorale. Se vi va scrivetemi le vostre idee e impressioni che leggo sempre molto volentieri: comunicazioni@antoniomazzeo.com.

Fin d’ora, poi, vi dico di mettervi in agenda le date del 15 e 16 dicembre: a Pisa (presso le Officine Garibaldi) si terrà la Conferenza Programmatica Regionale del Partito Democratico. Sarà l’occasione per fare il punto sul lavoro svolto in questi primi due anni e mezzo di mandato ma, soprattutto, per costruire quello dei prossimi mesi. E lo faremo tutti insieme (QUI per iscriversi ai tavoli tematici che saranno organizzati).

Nel frattempo, però, ci sono anche i frutti di questi 5 anni di governo che continuiamo a raccogliere.

Dall’1 gennaio entrerà infatti in vigore il Reddito di Inclusione (Rei) e dal primo dicembre è possibile presentare le domande di adesione (QUI per sapere come funziona): si tratta della prima misura universalistica di lotta alla povertà grazie alla quale centinaia di migliaia di famiglie potranno avere fino a 534 euro al mese. Non è mero assistenzialismo ma sostegno a coloro che si trovano in condizioni di difficoltà e aiuto concreto perché possano uscirne.
La trovo una straordinaria misura di civilità, di dignità, di giustizia.
Una straordinaria cosa di sinistra.

PS. Martedì scorso ho potuto accompagnare il segretario nazionale Matteo Renzi nella seconda tappa toscana del treno PD. Dopo le province di Siena, Arezzo, Pistoia, Prato e Firenze abbiamo toccato tutte quelle costiere e, tra tutti gli incontri, è stato davvero bello vederlo dialogare a lungo coi ricercatori del Centro Piaggio della facoltà di ingegneria dell’università di Pisa (QUI alcune riflessioni e immagini). La scommessa sui giovani, sul futuro, sulle eccellenze, sulle nostre università, sul creare qui le condizioni perché tutti possano affermarsi è e sarà al centro della nostra idea di governo della Toscana e del Paese.

PS2. In queste ultime settimane abbiamo assistito a un preoccupante proliferare di eventi che richiamano alle aberrazioni del nazifascismo. Su questi temi non ci possono essere né distinguo né mezze misure: il nostro NO a ogni forma di revisionismo è e resterà forte e assoluto. Su questi temi (sui 6 milioni di morti nei campi di sterminio, sulle camere a gas, sulle deportazioni, su Auschwitz, sui genocidi in nome della razza) non si può scherzare e non possiamo tollerare che ci sia ignoranza. Nostro compito è far conoscere, raccontare, far vedere ai nostri ragazzi quello che è accaduto. Ognuno poi voti quello che vuole, ma ciò che è stato davvero il nazifascismo non dobbiamo dimenticarlo mai.

Un abbraccio,
Antonio

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