SOTTO GLI OCCHI DI CLELIA

“Non lasciate la politica agli altri. Non credete a chi vi dice che tanto è tutto uguale. Non lo è. Ci sono parole che fanno male e parole che curano. Scelte che chiudono e scelte che aprono. Persone che pensano solo a vincere, e altre che provano a cambiare.”

ANTONIO MAZZEO

 

Ci sono momenti in cui il tempo chiede di essere fermato e raccontato.
Sotto gli occhi di Clelia nasce da questa esigenza, dare un nome, una direzione e un respiro alle esperienze vissute in questi anni alla guida del Consiglio regionale della Toscana. Non è un diario politico né un bilancio di fine mandato.

È piuttosto un viaggio che intreccia memoria e visione, azioni concrete e sogni possibili, la fatica quotidiana del governare e l’urgenza di immaginare il futuro.

PERCHÉ L’HO SCRITTO?

Ho scelto di scrivere questo libro per restituire un’idea alta di politica, che non si piega all’urgenza del consenso ma si misura con la complessità, con il coraggio delle scelte e con l’umiltà del servizio. Perché la politica, se è autentica, non abita negli slogan urlati ma nei gesti che toccano la vita reale delle persone: la dignità dei rider, il diritto al fine vita, la salute mentale, il bisogno ad avere una casa, la fragilità rivelata dalla pandemia, la resistenza di fronte alle alluvioni. Ogni pagina del libro porta con sé la convinzione che il futuro non si attende. Si costruisce, con responsabilità e coraggio, insieme a chi crede ancora che la comunità sia più forte dell’indifferenza.

IL SIGNIFICATO DEL TITOLO

Il titolo Sotto gli occhi di Clelia è un richiamo al dovere di guardare in faccia la realtà, senza schermi e senza alibi. È un invito a tenere lo sguardo alto, come fecero i grandi Toscani che hanno scritto la storia con la cultura e con il coraggio: Galileo, Dante, Pietro Leopoldo, Teresa Mattei. È una dedica a tutte quelle presenze che ci accompagnano e ci giudicano, le generazioni che ci hanno preceduto, e quelle che verranno dopo di noi. E Poi, è una dedica a Clelia la protagonista del quadro che campeggia di fronte alla mia scrivania e che è stata testimone di ogni momento chiave di questi ultimi cinque anni. A lei devo molto del mio coraggio: la fierezza del suo sguardo e la tenacia della sua storia mi hanno sempre tenuto ancorato ai miei doveri di Presidente del Consiglio regionale di Tutti e Tutte le Toscane.

I TEMI DEL LIBRO

Il libro è costruito come un intreccio di storie e riflessioni, in cui ogni tema diventa parte di un’unica narrazione civile:

• Diritti e dignità del lavoro: dalla legge sui rider alle battaglie contro la precarietà, fino alla vicenda della GKN e al valore di una comunità che non si arrende.

• Sanità e prossimità: lo psicologo di base come presidio di equità, la difesa della sanità pubblica, l’attenzione alla salute mentale…

• Fine vita e libertà di scelta: una legge che ha avuto il coraggio di dare voce a chi chiedeva dignità, nata dall’ascolto di storie rimaste ai margini.

• Scuola e cultura: come ascensore sociale e come radice di ogni libertà.

• Sostenibilità e futuro: il progetto “Toscana 2050”, l’innovazione come strumento, la resilienza ambientale dopo le alluvioni.

• Europa e mondo: il legame con l’Europa e l’apertura al Mediterraneo, i viaggi nella Silicon Valley, la riflessione su guerre e crisi internazionali.

IL FILO PERSONALE. COSA RACCONTA DI ME QUESTO LIBRO?

Dentro queste pagine non c’è solo la politica, ma anche la mia storia: l’arrivo a Pisa con una valigia e gli Oasis nelle orecchie, la ferita delle stragi di Falcone e Borsellino che hanno acceso in me il desiderio di giustizia, i giorni della pandemia vissuti in prima persona, gli incontri con i cittadini, la solitudine delle decisioni e la forza di comunità che non si arrendono mai. E anche un po’ di aneddoti personali e politici di cui non avevo mai parlato prima d’ora.

PERCHÉ LEGGERLO OGGI

Alla vigilia di una nuova sfida politica, questo libro è un invito a guardare al futuro della Toscana e dell’Italia con occhi diversi, quelli di chi non si accontenta di gestire l’esistente, ma ha ancora il coraggio di innovare, di allargare i diritti, di credere che la politica sia, prima di tutto, un atto d’amore verso la propria comunità. E’ quello che ho tentato