LE MIE IDEE PER L'EUROPA

Europa dell’INNOVAZIONE

La doppia transizione digitale ed ecologica è al centro del rilancio industriale dell’Unione europea, all’interno del quale le istituzioni europee promuovono obiettivi ambiziosi come l’Europa carbon-free nel 2050, la diversificazione e sicurezza energetica, ma anche la digitalizzazione a beneficio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, la creazione di catene del valore paneuropee, l’autonomia strategica e il ripensamento e l’ammodernamento dei processi produttivi. Per centrare tali obiettivi l’Europa deve puntare sull’innovazione. Molte iniziative hanno già spinto la ricerca e l’innovazione in green e digitale, per esempio i fondi di Horizon Europe e del fondo InvestEU, e tuttavia questi sforzi dovranno essere migliorati e adeguati alla portata delle sfide dell’Unione europea. Innanzitutto, innovazione significa investire le risorse nei talenti, rafforzando il lavoro delle università e dei centri di ricerca, da una parte alzando il livello dei fondi a disposizione, e dall’altro, offrendo a tali istituzioni opportunità di creare clusters europei. Inoltre, a fronte dell’ingresso delle nuove tecnologie e dei processi digitali, la sfida è quella di mantenere la competitività e l’innovazione alte, pur regolando, come fatto nella scorsa legislatura, i giganti tecnologici e le nuove tecnologie che detengono grosse fette di mercato, allineando la tecnologia e l’innovazione al rispetto dei valori fondamentali europei, che tengano sempre al centro la persona. Puntare sull’innovazione permetterà di sviluppare delle catene del valore europee e tecnologie e strumenti digitali d’avanguardia, creando nuovi mercati e nuove industrie. E’ evidente che questa sfida non può limitarsi ai singoli confini nazionali, pertanto è essenziale raggiungere un effettivo coordinamento a livello europeo che metta gli Stati nella posizione di collaborare, invece che meramente competere tra di loro.

Proposte per Prendersi cura dell’innovazione

Una Politica industriale comune europea.
Crediamo che sia essenziale creare un piano di politica industriale europea che contenga gli obiettivi ambiziosi della doppia transizione ecologica e digitale con una roadmap credibile degli investimenti che superi i taboo sovranisti più beceri e utilizzi il debito comune come forma primaria di finanziamento. Proponiamo di tornare ad un grande piano di finanziamenti come nella proposta del Fondo Sovrano Europeo, che metteva coraggiosamente a disposizione ingenti risorse per la politica industriale in Europa e in particolare per gli obiettivi del Green Deal che, alla fine delle risorse previste da Next Generation EU, rischiano di rimanere non raggiunti.

Rinegoziazione Patto di Stabilità e Crescita.
Il Patto approvato, che si discosta dalla proposta della Commissione europea, non garantisce adeguato spazio fiscale per gli investimenti necessari in tema di transizione verde e digitale e per affrontare le rinnovate sfide geopolitiche dell’Unione, imponendo invece vincoli aggiuntivi, uguali per tutti, che restringono i margini di investimento calibrati su ogni paese.

Rete delle università del centro Italia.
Proponiamo di creare una rete tra le molte eccellenti università del centro Italia vocate all’innovazione per formare clusters in grado di intercettare meglio le opportunità di finanziamento europeo attraverso la messa in comune di risorse e competenze.

Europa del LAVORO

L’Unione europea deve dotarsi di un pilastro sociale ed esprimere, accanto all’integrazione economica del mercato unico, anche un’integrazione sociale. La mancanza di un welfare europeo ha creato infatti disuguaglianze e tensioni sociali che hanno rallentato il processo di integrazione europea e alimentato la diffidenza dei cittadini sulle politiche europee. Tuttavia, uno degli obiettivi più importanti per la prossima legislatura deve essere quello di sostenere maggiormente le politiche sociali e del lavoro nazionali e, a medio termine, acquisire una competenza concorrente in queste materie. Gli strumenti adottati in questa legislatura hanno dato una prima positiva risposta ai problemi del dumping salariale, delle disuguaglianze fra i lavoratori europei e della qualità dei posti di lavoro, attraverso, ad esempio, la direttiva sul salario minimo adeguato, la direttiva sul gender pay gap e quella sui lavoratori delle piattaforme. Queste iniziative hanno cementato le fondamenta per la costruzione di un nuovo modello sociale europeo. La prossima legislatura sarà tuttavia caratterizzata da sfide impegnative, ossia la creazione di un mercato del lavoro europeo che sappia affrontare i cambiamenti che le transizioni ecologica e digitale apporteranno ai processi produttivi e al modello tradizionale del lavoro, compresa l’esigenza di regolamentare il telelavoro a livello europeo. Pertanto, sarà necessario, da un lato, creare un mercato del lavoro sostenibile e pronto alle sfide industriali che l’Unione europea deve affrontare, ma dall’altro, offrire un adeguato livello di protezione ai lavoratori europei.

Proposte per Prendersi cura dei lavoratori

Stabilizzazione del Fondo SURE.
Il Fondo SURE ha salvato milioni di posti di lavoro durante la pandemia, erogando circa 100 miliardi di euro per salvaguardare l’occupazione, a beneficio di lavoratori e aziende europee. Crediamo in un’ Unione europea che sostiene i lavoratori e per questo chiediamo di rendere SURE un fondo permanente, finanziato attraverso debito comune.

Percorsi europei di reskilling e upskilling.
L’innovazione ha bisogno di nuove competenze, in un mercato del lavoro che cambia e più digitale. Sarà dunque non solo fondamentale attrarre talenti, ma anche introdurre competenze in chi già si trova nel mercato del lavoro. Chiediamo all’Unione europea di sostenere percorsi transnazionali di formazione.

Salari equi.
La già approvata Direttiva sul salario minimo diventerà una pietra miliare del nuovo welfare europeo. Tuttavia, la prossima legislatura avrà il compito di andare oltre l’imposizione di standard minimi definendo a livello europeo il concetto di salario equo e richiedendone l’erogazione a tutti i datori di lavoro pubblici e privati.

Tirocini di qualità.
In Europa ci sono 3.1 milioni di tirocinanti, di cui 1.5 non retribuiti. Sulla scia del pacchetto tirocini presentato dalla Commissione europea, chiediamo che sia stabilito il divieto di tirocini non retribuiti e che venga pienamente equiparato il tirocinio ad una prestazione lavorativa e siano garantiti gli stessi diritti dei lavoratori, compreso il principio di non discriminazione e di accesso per le fascie più deboli della popolazione. Proponiamo anche che venga istituito il Digital Badge Europeo per documentare e certificare le competenze acquisite durante le esperienze formative al fine di migliorarne la trasparenza.

Europa della SALUTE

La pandemia del Covid-19 ha rivelato le profonde deficienze dei sistemi sanitari nazionali, evidenziando anche come, di fronte a problemi transnazionali, la migliore risposta sia quella europea. Infatti, l’Unione, negli ultimi anni, ha dovuto affrontare sfide eccezionali e mettere in campo risorse straordinarie per supportare adeguatamente i sistemi nazionali che già prima della pandemia erano sotto pressione. Tuttavia, questo sforzo congiunto ha permesso di riaprire il dibattito sulla necessità di creare una Europa della salute e della cura. Per questo proponiamo che le politiche sanitarie diventino una competenza concorrente dell’Unione europea, così che il Parlamento europeo possa intervenire sugli standard minimi di cura e offrire a tutti i cittadini dell’Unione la possibilità di accedere universalmente agli stessi trattamenti, anche quelli di salute mentale. Allo stesso tempo, è necessario dedicare risorse ingenti alla ricerca pubblica paneuropea in tema di vaccini e di farmaci: l’Europa deve investire nella ricerca e nel joint procurement così come è stato fatto per i vaccini contro la Covid-19. Infine, bisognerà organizzare i sistemi sanitari nazionali in modo che siano più integrati all’interno del territorio europeo.

Proposte per Prendersi cura della salute

Psicologo di base per i cittadini europei.
La pandemia ha messo di nuovo al centro il diritto universalistico a curarsi, che comprende anche la cura della salute mentale, soprattutto per i giovani che si trovano a vivere un’epoca di incertezze, dal frastagliamento del mercato di lavoro a nuove tensioni geopolitiche. Chiediamo che siano istituiti fondi europei che finanzino l’accesso alla cura mentale in tutta l’Unione europea.

Programma comune di vaccinazioni all’interno della UE.
L’Unione europea durante la Covid-19 ha per la prima volta reperito a livello centrale i vaccini che servivano per l’intera popolazione europea, uno sforzo organizzativo ed economico notevole che ha salvato molte vite. Alcuni Stati membri però continuano ad affrontare focolai di patologie serie, collegati ad un basso livello di vaccinazione dovuto alla disinformazione e le disparità geografiche nell’accesso alle vaccinazioni. L’Unione europea già finanzia le campagne vaccinali nazionali tramite il programma Health4Europe. Chiediamo però che arrivi un segnale chiaro dall’Unione europea in tema di vaccinazioni e che si continui sulla strada segnata dalla pandemia, al fine di
stabilire un programma di vaccinazione comune e immunizzare la popolazione contro malattie che potrebbero mettere a repentaglio la salute comune.

Case della salute finanziate direttamente dalla UE.
Il PNRR, finanziato tramite i fondi europei di Next Generation EU, sta finanziando la realizzazione di luoghi fisici di prossimità e facile individuazione dove la comunità può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale. Chiediamo che, all’esaurimento di questi fondi nel 2026, siano predisposti ulteriori fondi europei che continuino a rafforzare le reti sanitarie di prossimità.

Europa della SCUOLA

L’Europa ha fatto molto negli ultimi anni dando risposte concrete alle recenti crisi economiche, sociali e sanitarie. Per questo occorre completare e rilanciare il processo di integrazione europea iniziato nell’isola di Ventotene, negli scritti di Spinelli, Rossi, Colorni, che anelavano ad un’Europa federalista, e proseguito con la dichiarazione di Robert Schuman che apriva le porte della Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Crediamo che sia fondamentale cementare il senso di una cultura europea, di appartenenza ad un progetto politico che riunisce gli Stati sotto una stessa direzione. L’Europa, nata per creare un sistema di pace dopo l’esperienza della seconda guerra mondiale, si è poi dotata di un mercato unico, dove le persone, oltre alle merci, ai servizi o ai capitali, potessero circolare, e, in seguito, di una cittadinanza europea che tuttavia richiede di essere coltivata. Proponiamo per questo che la prossima legislatura rilanci il progetto di integrazione europea a partire dalle scuole su tutto il territorio dell’Unione europea, al fine di formare cittadini europei dell’oggi e del domani consapevoli. Questo significa che l’Unione europea
dovrà acquisire una competenza concorrente in tema di istruzione e formazione, per incidere in maniera più significativa nel livello europeo di accesso e apprendimento scolastico, migliorare i sistemi scolastici, offrire linee guida su standard condivisi e creare una rete di scuole che abbiano programmi e obiettivi condivisi, oltre che sostenere con forza la cura delle strutture e del benessere di studenti e personale scolastico.

Proposte per Prendersi cura dell’istruzione

Obiettivi comuni dei cicli di apprendimento.
Crediamo che i singoli cicli scolastici in ogni Stato membro debbano rispettare degli standard di apprendimento decisi a livello europeo, per creare delle competenze uniformi in tutta l’Europa. La creazione di standard e obiettivi comuni nel campo dell’apprendimento consentirebbe anche di formare i giovani nei settori lavorativi che servono di più per la doppia transizione ecologica e digitale.

Percorsi formativi sulla UE in tutti i gradi di istruzione.
Proponiamo che vengano inseriti, in tutti i cicli scolastici, corsi relativi alla conoscenza dell’Unione europea, alla sua storia e all’esercizio attivo della cittadinanza, come il voto consapevole e la conoscenza dei diritti che derivano dall’essere cittadini europei.

Fondo europeo per il diritto allo studio.
Crediamo che in tutta l’Unione europea debba essere garantito il diritto all’accesso equo allo studio; per questo proponiamo di istituire un fondo ad hoc per l’accesso allo studio a sostegno delle fasce di popolazione più fragili. Tutte le bambine e i bambini, indipendentemente dal loro paese di residenza e dalla loro situazione familiare, hanno il diritto di essere istruiti e di pretendere un futuro migliore nella casa comune europea.

Europa nel MONDO

Le tensioni geopolitiche degli ultimi anni, e soprattutto gli scenari di nuovo aperti alle porte dell’Europa, come la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente, ci pongono davanti ad un cambiamento di visione riguardo alla posizione geopolitica dell’Unione europea. Fino ad oggi, le istituzioni europee hanno cercato di ritagliarsi il proprio ruolo tra gli attori internazionali, scontando tuttavia una mancanza di poteri in materia che i Trattati non le hanno conferito. Pertanto, l’Europa si è trovata stretta tra le diverse voci dei governi degli Stati che si antepongono ad una visione comune in politica estera e di difesa. L’Unione europea ha tuttavia bisogno di avere una chiara e unica posizione, comune tra gli Stati, sulle questioni geopolitiche importanti, come anche un rinnovato ruolo dentro alle organizzazioni internazionali. Una posizione comune è essenziale per far fronte a importanti questioni internazionali, non solo quelle della risoluzione di conflitti aperti, ma anche in tema di cooperazione internazionale, ad esempio con il Sud del mondo, e in tema di gestione delle migrazioni. Crediamo che l’Unione europea debba superare il vincolo delle decisioni prese all’unanimità in materia di esteri e difesa, che troppo spesso crea situazioni di impasse politico.

Proposte per Prendersi cura del futuro del mondo

Difesa comune.
La creazione di una difesa comune è un ulteriore passo nel processo di integrazione europea, che non deve tuttavia prescindere da una politica estera comune. Pertanto, la politica estera e quella di difesa devono diventare una materia concorrente dell’Unione, per dare a quest’ultima un’unica voce e una chiara leadership. Una difesa comune permetterà di agglomerare asset importanti, risorse umane e tecnologiche, giungendo non solo ad un risparmio complessivo, ma anche ad uno sviluppo strategico in tema di difesa.

Rinegoziazione del Patto sulla Migrazione e sull’Asilo.
Il nuovo Patto negoziato non soddisfa le istanze di cambiamento in materia di migrazione che l’Unione europea necessita, bensì inasprisce le regole di detenzione e di espulsione senza esprimere una soluzione di lungo termine alla gestione dei flussi migratori. In particolare, il nuovo Patto non rovescia la regola che stabilisce che il Paese che si fa carico della richiesta sia quello di primo ingresso, ma anzi facilita le detenzioni che spesso violano i diritti fondamentali, prevedendo anche l’espulsione verso paesi che non offrono garanzie sui diritti umani, senza oltretutto affrontare il tema centrale della predisposizione di canali regolari per evitare la tratta di esseri umani e le morti in mare.

 

Europa nei TERRITORI

Le politiche di coesione sono state fondamentali in questi anni di crisi, poiché hanno tenuto insieme i diversi territori dell’Unione europea, che sono più distanti dai centri nevralgici, oppure in fase di sviluppo industriale, economico e sociale. Le politiche di coesione sostengono gli investimenti in tutte le regioni e le città europee per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente. Crediamo che l’Unione europea debba continuare a garantire, ed anzi, aumentare i fondi tesi alla coesione e alla crescita di tutte le aree d’Europa. Per questo, crediamo che le istituzioni debbano evitare di disinvestire queste risorse e destinarle ad altri, seppur importanti, obiettivi, come quelli di politica industriale, che parallelamente dovranno essere finanziati dall’Unione con risorse separate, senza tuttavia togliere fondi importanti per i nostri territori.

Proposte per Prendersi cura del nostro territorio

Fondi europei per la prevenzione del dissesto idrogeologico.
Chiediamo che, alla scadenza delle risorse previste dal PNRR, finanziato tramite i fondi europei di Next Generation EU, vengano aumentati i fondi europei per la prevenzione, il monitoraggio e la messa in sicurezza di infrastrutture territoriali, così da investire in progetti atti a ridurre il rischio di alluvioni e frane.